Ci sono i classici: il cinese, il giapponese che per il comune sentire è sinonimo di sushi, ma ora pure un po’ di ramen, che ormai è diventato cosa nostra come il pomodoro e la patata.
Tanto che il sushi sotto casa ormai lo percepiamo meno esotico di un ristorante calabrese al nord o friulano al sud, per dire.
Le realtà di punta stanno scalando le vette dell’haute cuisine con format anche innovativi che riprendono la tradizione, vedi Iyo Omakase, ultima creatura di Claudio Liu, una stella Michelin con Iyo Experience (Milano), che riprende il rito del sushi al banco nello stile Edo, la scuola più antica e rigorosa. Un solo menu e un solo grande banco per condividere, direttamente dalle mani del sushi master.
Dall’altro lato della barricata, sempre più persone stanno cercando di realizzare questi piatti un tempo esotici a casa.
Dobbiamo decretare la fine dell’etnico dunque? Nel mondo globalizzato ormai nulla più ci sorprende? Assolutamente no, come spiega la ricerca annuale dei consulenti Baum + Whiteman: “Ci saranno profonde esplorazioni di narrazioni, storie e radici di culture e cucine finora trascurate dai media tradizionali... ma non dai clienti dei ristoranti che da tempo godono di ingredienti ‘esotici’ nei menu tradizionali e nei ristoranti etnici”.
Per fortuna il mondo è grande, e le cucine inesplorate non mancano!